Francesco Peroni nel 1846 avviò a Vigevano (Milano) la produzione di acqua gassosa e di una bevanda non pastorizzata, la cosiddetta “birretta”, destinata a soddisfare l’esigua domanda locale. L’allora Regno Sabaudo era interessato da forti tensioni politiche e sociali che avrebbero portato alla costituzione del futuro stato italiano. Nel 1864, insoddisfatto del mercato vigevanese e fiducioso negli sviluppi successivi alla proclamazione del Regno d’Italia, il giovane Peroni si trasferì a Roma nei pressi di Porta Pia per avviare la produzione in una seconda fabbrica più capiente e tecnologicamente avanzata dove la birra veniva pastorizzata e stagionata al freddo; Roma era destinata a diventare la capitale del Regno d’Italia, meta di turisti e pellegrini, crocevia di truppe militari, centro burocratico in continua espansione. Sulla carta intestata del 1901 apparve una composizione di medaglie e riconoscimenti in cui era presente il primo marchio: una stella a sei punte con un boccale al centro e la dicitura “Peroni Roma”; la stella a sei punte era utilizzata come simbolo alchemico proprio perchè la fabbricazione della birra aveva, all’epoca, qualcosa di magico.

Nel 1906 il marchio fu isolato dalla composizione nella carta intestata e, nel 1910, comparve uno stemma araldico con l’aquila, il tutto inserito in un cerchio diviso in bianco e azzurro.

Negli anni Trenta il marchio si arricchì di una spessa cornice in cui viveva la scritta “Birra Peroni Roma” e lo scudo con l’aquila. In assenza di regole grafiche vincolanti, coesistevano in quegli anni una serie di logotipi-firme su targhe smaltate; su alcune compariva la corona a simboleggiare la fornitura alla Real Casa. Continuò la crescita aziendale fino alla seconda guerra mondiale dopodiché, nel 1944, riprese con l’arrivo degli alleati e delle materie prime.

Nel dopoguerra il famoso tappo rosso oro divenne il simbolo dell’azienda. Negli anni Cinquanta l’azienda veniva rappresentata da un logotipo con caratteri gotici, tipici delle etichette della birra di tradizione germanica.

 

 

L’azienda svolse un ruolo di protagonista nella stagione del boom economico italiano a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta; la popolarità del prodotto si moltiplicò attraverso i leggendari Caroselli, le campagne affissioni e stampa che ebbero come protagonista la “bionda Peroni”. Anche l’oggettistica, i bicchieri, le bottiglie sono divenuti, nel corso del tempo, parte integrante del vissuto quotidiano degli italiani, oggetto di collezionismo e di scambio. A metà degli anni Sessanta si rinnovò il marchio: un quadrato rosso e oro con bordi arrotondati nel quale era visibile un esagono bianco con la scritta “Birra Peroni” in Helvetica maiuscolo e la corona d’alloro con la data di fondazione; l’esagono si allungava a seconda degli usi.

Nel 1985 il marchio subì un ulteriore restyling: un “biscotto” stilizzato ed allungato con lettering bastone. Nell’etichetta della birra, da notare, c’e lo storico marchio nel cui interno scompare la stella a sei punte per lasciare il posto all’alloro con il boccale.

Nel 2013 il marchio ha subito piccoli interventi di restyling, specialmente nel lettering; al di sopra del logotipo appare la firma del fondatore nonché una sua illustrazione.

Per l’anniversario dei 175 anni di attività la Peroni affida il restyling dell’intera visual identity all’agenzia Smith Lumen. Il marchio è stato reso più contemporaneo e minimal; infatti si è voluto puntare sulla modernità senza alterazioni profonde mantenendo comunque il font originale e il colore rosso. Anche la forma della cornice è stata modificata togliendo il riempimento di sfondo e utilizzando il solo contorno oro che fa da bordura.