La storia della Fincantieri deve retrodatarsi agli avvenimenti degli inizi del XIX secolo poichè è l’erede della tradizione cantieristica italiana: gli ex Regi cantieri italiani furono sottoposti nel 1939, secondo le direttive impartite dall’IRI, ad una radicale operazione di ristrutturazione e di ammodernamento degli impianti per essere poi ceduti ad una società privata, la Navalmeccanica. Il marchio della Navalmeccanica era tipico dell’epoca fascista: la ruota dentata e l’imponente intreccio delle lettere “N” ed “M”.

Negli anni Sessanta la politica di sviluppo dei traffici marittimi determinò una forte crisi nella cantieristica italiana per mancanza di competitività. Senza un tempestivo intervento statale il settore sarebbe andato incontro ad una crisi irreversibile. Pertanto, nel 1966, il CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica) approntò un progetto che portò alla nascita della Italcantieri; questa società raggruppò i tre cantieri di tradizione centenaria quali Monfalcone (Trieste), Genova e Castellammare di Stabia (Napoli). Il marchio della Italcantieri fu disegnato nel 1980 da Paolo Bon; esso riproduceva la lettera “i” minuscola ad andamento sghembo come la prua delle navi, il tutto inscritto in un cerchio con il lettering composto in Helvetica con alcune modifiche di disegno.

Nel 1981 nacque la “Fincantieri Finanziaria” con lo scopo di finanziare e ristrutturare i principali cantieri italiani, vittime di un mercato mondiale in crisi. Il suo marchio riproduceva le due lettere “F” formate da due tratti curvosi che, anch’essi, ricordavano la prua delle navi. Nel 1983, con sede a Trieste, la finanziaria fu trasformata in società operativa denominata “Fincantieri, Cantieri Navali Italiani” riconfermando lo stesso marchio.

Nel 2010 l’azienda abbandona la lettera F a forma di nave e decide di comunicare con il solo logotipo accompagnato da sottolineature di toni di blu e il pay off “The sea ahead”.