Nel 1963 l’azienda diventa società per azioni; nel 1964 il primo marchio era composto dal logotipo “stencil”, tipico delle scritte sui sacchi di caffè d’importazione.
Con la progressiva crescita aziendale nel 1971 nasce Kimbo, un nome che evoca le esotiche terre di origine dei chicchi di caffè. L’iniziale “K”, consonante dura e facilmente ricordabile, aveva assonanza con “jumbo”, a ricordare che il caffè è un prodotto d’oltreoceano; e poi cinque sole lettere che avrebbero permesso grande visibilità anche in piccoli spazi. In breve il marchio diventa una delle più importanti torrefazioni europee. Con l’adozione della nuova denominazione, il logotipo era composto con un carattere neretto, tutto minuscolo, e la scritta “caffè” con un cerchio rosso nell’occhiello della lettera “a”. La fama e la crescita di Kimbo sono fortemente legati alla comunicazione; dopo una prima campagna di successo destinata al solo mercato campano, la famiglia Rubino decide, con lungimirante intraprendenza, di estendere la comunicazione su scala nazionale, in anticipo sulla distribuzione del prodotto stesso. Personaggi di grandissima fama come Pippo Baudo, Massimo Dapporto e Gigi Proietti hanno accompagnato il suo cammino creando spot che sono entrati a far parte della storia della pubblicità.
Nel 1989 il marchio fu sottoposto a restyling dall’agenzia Bifulco e si utilizzò il carattere “Antique Olive” per le due parole; il logotipo Kimbo maiuscolo fu colorato di rosso. Nel 1994 l’azienda conquista il secondo posto nel settore retail del mercato italiano del caffè confezionato; il crescente successo è dovuto certamente alla rigorosa fedeltà, alla tradizione e all’eccellenza qualitativa ma anche alla forte presenza in comunicazione e agli investimenti nelle infrastrutture aziendali.
Nel 1996 il logotipo viene caratterizzato da linee curvose, rosse e oro. Nel 1999 il tratto color oro prende più corpo.
Nel 2010 per il restyling del marchio viene incaricata l’agenzia Carrè Noir di Torino; il logotipo rosso viene ammorbidito e reso meno spigoloso. Nel 2013 vivrà nella composizione, al posto della parola caffè, la scritta “espresso italiano” e la bandiera italiana.
Con il pay off “il Caffè di Napoli”, il restyling del 2020 ha connotato il marchio come massimo esponente della vera tradizione napoletana del caffè nel mondo ed anche per consolidare il legame viscerale con la città di appartenenza.