Nasce nel 1948 come “Società Finanziaria Meccanica”, costituita dall’IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) e sotto il controllo dello Stato italiano, per riorganizzare il settore industriale, in crisi dopo i danni subiti nel periodo bellico. All’inizio il marchio si identificava semplicemente con il nome dell’azienda, composto con il carattere Clarendon dalle grazie pesanti, e rappresentava la grande industria italiana delle “macchine”; una mission che è stata evocata anche attraverso la rivista aziendale “Civiltà delle Macchine”.

Nel 1964, per la prima volta, al nome Finmeccanica è associato un simbolo: una ruota dentata per comunicare, con maggior incisività, la vocazione industriale dell’istituzione. Nel 1978, dopo l’uscita dal gruppo della cantieristica navale, il consolidamento degli asset nella termo-elettro-meccanica e il costante sviluppo produttivo verso i settori tecnologicamente più avanzati dell’aerospazio e dell’elettronica, nasce il marchio della holding: uno snodo di cubi per esprimere l’interdipendenza del comparto industriale italiano.

Nel 1987 Finmeccanica diventa una società per azioni; una holding concentrata sul consolidamento del business nei settori a forte connotazione tecnologica, sull’internazionalizzazione per affrontare un mercato più globale e competitivo, sull’eccellenza tecnologica per mantenere il primato nei settori strategici del gruppo. Pertanto il marchio viene rivisitato e torna ad identificarsi con il solo logotipo; fu progettato da Edindustria (società del gruppo Iri) mentre il sistema di identità visiva fu messo a punto dall’agenzia Inarea. La scelta del lettering rosso, composto con il carattere Bodoni leggermente ritoccato, vuole simboleggiare la tradizione e lo stile italiano, valorizzando la leadership che il gruppo sta costruendo anche a livello internazionale. All’inizio del Duemila il gruppo Finmeccanica è concretamente avviato verso una proiezione globale nei settori dell’aerospazio, difesa e sicurezza; l’identità visiva del gruppo è ancora molto variegata e la proiezione internazionale del gruppo rende sempre più evidente l’esigenza di diffondere la conoscenza del marchio anche al di fuori dei confini italiani.

Nel 2006 Finmeccanica adotta un nuovo marchio e una brand identity di gruppo, progettati da Carrè Noir, con il compito di rendere la comunicazione di tutte le aziende coerente, omogenea e riconoscibile. Il simbolo è una sfera composta da sette “petali“ che rappresentano i relativi settori di business del gruppo; una sfera che rappresenta anche il mondo esterno, quello del mercato globale verso il quale Finmeccanica tende. I colori distintivi sono il rosso e il grigio; i petali rossi della sfera compongono la lettera “F” di Finmeccanica. Il logotipo associato è realizzato con carattere maiuscolo e lineare; tutte le aziende di Finmeccanica, per affermare lo spirito di squadra, affiancano al proprio nome lo stesso simbolo.

L’evoluzione prosegue nel 2012 con una maggiore caratterizzazione: il marchio è tutto rosso e c’è una riduzione del peso del simbolo rispetto al logotipo.

Il 2016 segna un nuovo capitolo nella storia di Finmeccanica: da holding di gestione di un gruppo di aziende con una propria autonomia, si trasforma in “One Company”, realtà industriale integrata e organizzata in divisioni nelle quali confluiscono le attività svolte dalle aziende. Il nome che, per più di 60 anni, ha identificato il gruppo non è più adeguato a rappresentare la nuova immagine; Finmeccanica non è più una finanziaria (Fin) ma un’azienda operativa focalizzata su prodotti e servizi ad alta tecnologia che non rispecchiano più l’originaria missione (Meccanica). Ciò determina il nuovo nome, Leonardo, che si ispira al genio italiano ma è anche simbolo universale di innovazione, ricerca e creatività applicate ad ogni campo di indagine. Nel nuovo marchio il segno grafico mantiene il legame con il passato, con l’immagine dei raggi convergenti a formare un globo in movimento, introducendo però due elementi di novità a marcare la nuova identità dell’azienda: il pittogramma ha cambiato verso, dando la sensazione, anche visiva, di un cambio di passo nell’inizio di un nuovo percorso ed i raggi sono diventati otto, come eliche in un movimento costante.