La storia dell’Osram in Italia iniziò nel 1897 quando fu fondata a Milano la “società Edison per la fabbricazione delle lampade Ing. Clerici & C.”; quest’ultimo era un valente tecnico che vantava personali conoscenze con l’inventore statunitense Thomas Edison, dal quale sfruttò il brevetto per la lampada a filamento metallico utilizzando la nuova tecnologia del vuoto nell’ampolla inventata dall’italiano Arturo Malignani. Nel 1919 la “Edison Clerici” passò alla statunitense “General Electric” che acquisì anche altre due fabbriche italiane: la Itala e la Zeta. In quel tempo la società era certamente la fabbrica italiana più importante nella produzione di lampade elettriche. Intanto a Berlino nel 1919, dall’unione della AEG, Siemens ed Auer nacque la società “Osram”, nome del brevetto del 1906 ottenuto dalle prime due lettere di osmium (osmio) e dalle ultime tre di wolfram (wolframio ovvero tungsteno), i due metalli che costituivano il filamento delle lampadine; nel 1920 si costituì la filiale italiana della Osram tedesca. Nel 1930 la “Edison Clerici” entrò nel gruppo Osram dando origine a Milano alla “Osram Edison Clerici”.

Nel 1916 il marchio della Osram tedesca era costituito dalla scritta nera con caratteri graziati; quello della azienda italiana era riprodotto con caratteri bastone e con movenze differenti nel tempo.

All’inizio degli anni Venti apparve per la prima volta il marchio con la lampadina rivolta verso il basso e con la piccola cuspide sul bulbo che era dovuta semplicemente al fatto che l’aria veniva tolta dal basso e la lampadina richiusa da quella parte; solo successivamente si attuò la tecnica della vuotatura dall’alto e dal marchio la cuspide sparì.

Nel corso del tempo la filettatura si è essenzializzata come, d’altra parte, l’ovale della cornice.

Dall’inizio degli anni Ottanta il marchio è costituito dalla sola parola composta con caratteri bastoni arancioni anche se, dal 2001, vive assieme al restyling dell’ovale con la lampadina, per la prima volta all’insù.