Società fondata a Milano nel 1902 col nome di “Sindacato Italiano del Plasmon” per iniziativa del dottor Cesare Scotti che ne rimase presidente fino al dopoguerra; scopo della società era la produzione ed il commercio del Plasmon puro nonché la ricerca di tutte le ulteriori possibili applicazioni del Plasmon. Esso era un concentrato proteico in grado di integrare le esigenze nutrizionali della prima infanzia dell’epoca. Il prodotto era il frutto di una ricerca scientifica congiunta tra Germania ed Inghilterra; proprio in questi Paesi venne inizialmente brevettato e prodotto il Plasmon che verrà, poi, esportato nel resto d’Europa. La filiale italiana acquistò nel 1904 dalla Casa tedesca licenza e marchio; quest’ultimo sottolineava il gusto per il mondo classico così caro alla cultura tedesca: la colonna, il capitello, lo scultore, il piedistallo con la dicitura Plasmon anche in caratteri greci e la data di fondazione, il 1901, della casa madre tedesca. A giudicare dal marchio, si presume che anche il nome Plasmon volesse evocare la finalità dell’integratore proteico sui potenziali consumatori: favorirne la crescita sana e forte, “plasmarli” nella forma migliore. Nel 1916 la Società divenne interamente italiana e cambiò la ragione sociale in “Società del Plasmon” e nel 1930 iniziò la produzione dei famosi “biscotti al Plasmon”, un alimento che entrerà nelle case degli italiani per soddisfare grandi e piccini.

Nel 1956 il marchio fu aggiornato per esigenze puramente grafiche con le ombreggiature e l’inserimento in un cerchio. In quegli anni ci si accorse che lo scultore rappresentava, dal punto di vista dell’identità aziendale, una semplice illustrazione-simbolo e non il vero marchio; anche per risolvere problemi di leggibilità nelle forti riduzioni, venne creato un logotipo di supporto composto da una forma di biscotto con il nome composto in maiuscolo.

Nel 1960 iniziò la produzione del più rivoluzionario alimento per l’infanzia: l’omogeneizzato. In quell’anno ci fu un leggero restyling dello scultore alleggerendone i tratti e riproponendolo senza il cerchio.

Nel 1966, attorno al gesto trasformato in marchio, comparì la ragione sociale; questo intervento fu fatto da Bob Noorda.

Nel 1972 lo scultore fu inserito all’interno di un ovale; nel 1974 da nome di prodotto divenne il nome d’azienda e, pertanto, la “Società del Plasmon” assunse la denominazione di “Plasmon Dietetici Alimentari”.

Nel 1981 venne avviato il progetto “Oasi ecologica Plasmon”, cioè coltivazioni ed allevamenti selezionati e gestiti secondo le regole fissate dagli agronomi veterinari e ricercatori Plasmon in modo da controllare costantemente il risultato e garantire la trasformazione di materie prime assolutamente sicure. Nel 1993 Gio Rossi apportò modifiche al marchio: lo scultore fu essenzializzato e scomparve il piedistallo con la scritta in greco che apparve, invece, sul capitello; elemento di novità fu l’abbinamento con un nuovo logotipo capitalizzato.

Nel 1999 fu realizzato dall’agenzia Break il primo marchio dell’Oasi ecologica nel quale vivono in equilibrio tutti gli elementi. Nel 2009 il restyling che riprende il marchio degli anni Cinquanta, con la forma a biscotto color magenta nel quale vivono lo scultore e il logotipo.

Per l’anniversario dei suoi 120 anni, nel 2022 l’azienda più iconica del “baby food” italiano ha incaricato l’agenzia Design Group Italia per rinnovare l’identità visiva e il modo di comunicare con un nuovo marchio rosso che conserva la forma a “biscotto” ma appare senza lo storico scultore greco; anche il carattere è stato reso più morbido e curvoso. Nella comunicazione e sul packaging vengono esplicitati i valori del sostegno alla filiera italiana e l’uso di un linguaggio più inclusivo per accogliere tutte le famiglie contemporanee; accanto al marchio non comparirà, pertanto, più il claim “scelto dalle mamme italiane dal 1902”.