Il primo servizio postale sul territorio italiano fu istituito nel XVI secolo in Piemonte, allora parte del regno di Savoia. Nel XIX secolo gli Stati italiani preunitari possedevano amministrazioni postali autonome ma nel 1862, per la riorganizzazione del servizio, si reintrodusse il monopolio sotto le insegne di “Regie Poste”.

Nel 1889 fu istituito il “Ministero delle Poste e Telegrafi” e come marchio si utilizzò lo stemma del Regno Sabaudo, cioè la croce bianca in campo rosso. Già nei primi anni del Novecento l’amministrazione regia delle poste, oltre al trasporto ed alla distribuzione delle stampe e dei pacchi, gestiva il servizio telegrafico, l’emissione dei vaglia e l’apertura di conti correnti.

Nel 1913 comparve il marchio con la corona reale e le lettere “R” e “P”, la trombetta e alcune frecce che alludevano alla celerità del servizio offerto.

Nel dopoguerra il marchio raffigurava le due lettere “PT”, acronimo di “Poste e Telegrafo” e, poi, di “Poste e Telecomunicazioni”.

In assenza di regole grafiche, diversi nel tempo furono i marchi che hanno contraddistinto le Poste italiane: l’uccello arancione con lettering inclinato ed i vari logogrammi “PT”.

Nel 1996, in seguito alla trasformazione dell’ente in società per azioni, Franco Maria Ricci ha disegnato un marchio che raffigura una busta da lettera con linee orizzontali prolungate obliquamente a sinistra per dare l’idea del dinamismo; la dicitura ufficiale era composta con carattere graziato.

Per la sua vera autonomia è stato disegnato nel 2000 un nuovo marchio dallo studio Fragile: la scritta blu “Posteitaliane” all’interno di una striscia orizzontale di colore giallo “lime” sormontata dall’immagine di un panorama del nostro paese. Soluzione originale perché viene utilizzata un’immagine fotografica all’interno di un marchio aziendale e questa scelta vuole segnalare l’identità dinamica dell’azienda; è stato usato il carattere Univers e la denominazione in un’unica parola. Il pittogramma “PT” è stato volutamente conservato, anche se parzialmente rivisto, come elemento di continuità con il passato.